E’ importante per ogni lavoratore sapere se i periodi di malattia che si possono sfruttare influiscano sulla pensione anticipata, ecco cosa dice la legge.
Un lavoratore dipendente ha la possibilità di godere di diritti importanti a differenza di un libero professionista, basti pensare alle ferie e alla possibilità di assentarsi se sta poco bene ma con la garanzia di essere pagato. Non solo, è direttamente il datore di lavoro a pagare i contributi, anche se c’è chi teme che questo possa poi ritorcersi contro, al punto tale da pensare che i periodi di malattia possano non essere conteggiati ai fini della pensione, ritardando il momento in cui si potrà raggiungere l’agognato traguardo.
Ma è davvero così o si tratta di una paura infondata? Ovviamente il riferimento non è certamente a situazioni che portano a non essere presenti per pochi giorni, come può accadere in caso di influenza, ma a qualcosa di più grave, che può durare qualche settimana o addirittura qualche mese. Chiarire questo aspetto e conoscere cosa prevede la legge può davvero essere importante per tutti.
Malattia e pensione anticipata: cosa prevede la legge
E’ possibile per un lavoratore dipendente assentarsi per malattia o infortunio se questi vengono accertati da un medico e ricevere comunque una retribuzione, nonostante questa possa essere ridotta rispetto allo stipendio vero e proprio. Le norme in vigore fortunatamente puntano a tutelare il diretto interessato, grazie all’accreditamento dei cosiddetti contributi figurativi, gestiti direttamente dall’INPS. Grazie a questa soluzione si evita che questa fase possa influire in modo negativo per maturare i diritti per la pensione, compresa quella anticipata.
Non è necessario che il lavoratore faccia alcuna richiesta esplicita all’ente di previdenza, che gestisce il tutto in autonomia. La situazione cambia solo se si sta osservando una malattia senza avere un contratto di lavoro, in questo caso si deve inviare all’ INPS un apposito documento medico volto a chiarire il tipo di problema diagnosticato. Qualora ci sia stato un ricovero, è indispensabile allegare a questo anche un certificato che ne accerti la durata.
E’ bene comunque verificare il possesso di determinati requisiti, che devono necessariamente esserci per poter avere i contributi figurativi. Si tratta di questi:
- durata dell’assenza: la malattia o l’infortunio devono durare almeno 7 giorni consecutivi;
- certificato medico: se l’INPS non eroga l’indennità di malattia, è necessario presentare un certificato medico che attesti la data di inizio e la durata della malattia o dell’infortuni;
- almeno un contributo versato: è necessario avere almeno una settimana di contributi versati prima dell’inizio della malattia o dell’infortunio.
E’ però fondamentale che il periodo di malattia o di infortunio non superi i 22 mesi (96 settimane) nell’arco di tutta la vita lavorativa, secondo una normativa entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2012. Il limite temporale può comunque essere superato se il lavoratore non ha la possibilità di lavorare a causa degli effetti provocati da un infortunio. Allo stesso tempo, però, è indispensabile che il dipendente rinunci alla pensione di inabilità.
Alcune sentenze della Corte di Cassazione emesse recentemente hanno inoltre scardinato un principio importante che veniva applicato fino a qualche tempo fa, non è quindi più necessario sottrarre i periodi di malattia dal calcolo della contribuzione. Per chi vuole avere diritto alla pensione anticipata servono quindi complessivamente 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.