Oggi ci siamo svegliati con una terribile notizia, quella della morte di Rino Tommasi un personaggio che ha fatto la storia del giornalismo ma ancor prima del nostro paese.
Nato a Verona il 23 febbraio del 1934 è scomparso oggi a Roma alla veneranda età di quasi 91 anni. Gli mancava poco più di un mese per compierli, ma la storia l’ha fatta lo stesso.
Dopo aver frequentato il liceo scientifico “Benedetto Rosetti”, a San Benedetto del Tronto, si laureò in Scienze politiche con tesi sull’organizzazione internazionale dello sport. Con lo sport ci era cresciuto visto che il padre Virgilio era stato per 13 anni il detentore del record italiano di salto in lungo con numerose partecipazioni alle Olimpiadi e un modo di fare straordinario ad altissimi livelli.
Da giovane lo sport lo pratica anche riuscendo a ottenere buoni risultati tra gli anni cinquanta e settanta come tennista e vincendo quattro titoli di campione italiano universitario. Nel 1947 però inizia anche la sua carriera da giornalista, pubblicando il suo primo articolo sull’edizione marchigiana de Il Messaggero. A 19 anni poi nell’agenzia giornalistica Sportinformazioni di Luigi Ferrario impara il mestiere risultando subito tra i più bravi e meritando un percorso di crescita importante.
Tuttosport, La Gazzetta dello Sport, la Repubblica, Il Gazzettino di Venezia, Il Mattino di Napoli e tanti altri ancora rappresentano un periodo di crescita fino a quando nel 1968 viene assunto da Umberto Lenzini, presidente della Lazio e imprenditore italo americano, come capo dell’ufficio stampa dove rimarrà per un anno.
Nella sua carriera c’è tanto pugilato, organizzando tantissimi incontri, soprattutto al Palazzo dello Sport di Roma, tra il 1959 e il 1970. Grazie alla sua opera infatti Roma riesce a scalzare Milano nell’organizzazione delle partite più importanti fino ad arrivare al titolo mondiale negli anni sessanta.
E poi Canale 5, dove diventa direttore dei servizi sportivi il primo della storia, e Tele+. Negli anni ottanta guida La grande Boxe su Fininvest e tutti lo apprezzano per la sua bravura e imparzialità. Nella carriera ha diretto più di 400 incontri valevoli per titoli mondiali di boxe, 7 edizioni del Super Bowl della NFL, 149 tornei di tennis del Grande Slam e ancora 13 edizioni delle Olimpiadi.
Una carriera che ha posto le basi per quello che è il giornalismo oggi e che ha dimostrato tutta la sua bravura e personalità di fronte a un pubblico che ancora oggi lo ama davvero moltissimo. E oggi tutti l’hanno dimostrato.
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